I sei driver
del cambiamento

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Un momento dell'Agorà de La Salute in Movimento

Sei pilastri per la Sanità di domani

Il progetto: “La Salute in Movimento”

Passano attraverso parole ‘chiave’ come innovazione, sostenibilità e inclusione i sei progetti per il rafforzamento della sanità italiana individuati dai partecipanti ad ‘Agorà’, appuntamento promosso da Novartis e Culture nell’ambito del progetto sociale e partecipativo ‘La Salute in Movimento’, che si è svolto nei mesi scorsi a Roma. Proposte presentate a esponenti del governo e delle istituzioni italiane ed europee, per raccomandarne l’integrazione nel programma Next generation Eu e nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Ecco, dunque, le 6 priorità: deciso rafforzamento del ruolo dell’innovazione; equità di accesso alle cure; sviluppo di percorsi innovativi tra università, settore pubblico e privato; modernizzazione delle strutture e conseguente formazione degli operatori; migliore prevenzione e assistenza sul territorio; maggiore integrazione fra servizi sanitari e sociali.

Ma come ci si è arrivati? Scienziati, accademici, associazioni, cittadini, istituzioni e imprese si sono confrontati all’interno di sei tavoli di lavoro ad hoc, per fare il punto su urgenza e obiettivi della sanità italiana.

Con il focus di tradurre i sei principi del Manifesto per “la Salute del XXI secolo” – visione, competenza, governance, intelligenza, relazione, umanità – in altrettante azioni progettuali per un radicale rinnovamento del sistema salute, nel quadro di una visione sostenibile, inclusiva e innovativa. In sintesi, più attenta all’uomo, che tenga conto dei suoi bisogni, delle sue paure e delle sue relazioni.

L’impegno dei promotori dell’iniziativa è ora far sì che gli obiettivi, i tempi, il piano risorse e le azioni identificate nei tavoli tematici in cui si è articolata Agorà possano integrare il Programma Next Generation Eu e le missioni del Pnrr, rispettando i progetti inseriti nel Fondo complementare al Pnrr. L’integrazione è stata raccomandata in particolare nell’ambito della missione 1 del Pnrr sulla digitalizzazione, della missione 4 su istruzione e ricerca e della missione 6 sulla salute. “In questo momento, l’Italia ha un’opportunità irripetibile di ridisegnare il futuro della sua sanità e Novartis vuole offrire un contributo sostanziale in questo senso”, ha sottolineato Pasquale Frega, presidente e amministratore delegato di Novartis Italia.

L’esperienza della pandemia, prosegue, “ha dimostrato che la tutela della salute ha un ruolo centrale nella vita del Paese e che la capacità di innovazione, tradotta sia in terapie avanzate sia in nuovi approcci nell’erogazione dei servizi a pazienti e cittadini, è determinante per garantire efficacia e accessibilità alle cure. Il traguardo è un sistema salute inclusivo, da costruire attraverso un’ampia collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti e il lavoro svolto da Agorà, con la sua capacità di suggerire alle istituzioni percorsi e soluzioni concrete e sostenibili è a mio avviso esemplare in questo senso”.

“Il lavoro svolto dai sei tavoli dell’Agorà sottolinea con forza l’importanza di sviluppare un ecosistema salute data-driven”, afferma Felicia Pelagalli, Ceo Culture e docente al master Big data dell’Università Sapienza di Roma. “I dati aggregati che riguardano la nostra salute e che sono legati all’erogazione dei servizi, sono un bene pubblico, sono di interesse generale, non sono di proprietà di una singola struttura o di un singolo ente regionale o territoriale. Non è più pensabile continuare a fare resistenza passiva non alimentando i flussi informativi, non consentendo interoperabilità delle banche-dati. Il governo dei dati sanitari, per il bene comune, deve rientrare tra le nuove missioni principali del SSN, al pari della cura e della prevenzione”.

L’evento ha rappresentato una tappa significativa nel processo avviato con il programma sociale ‘La salute in Movimento’ e rientra nell’iniziativa ‘Scienza da vivere’ di Novartis Italia, volta a promuovere tra la popolazione italiana la conoscenza scientifica come valore fondamentale per una partecipazione attiva e responsabile alla vita del paese e alla sua crescita.

Articolo pubblicato nel numero 12 – Dicembre 2021/Gennaio 2022 del mensile ©Fortune Italia – Tutti i diritti riservati

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Mudimed, il primo Museo Digitale della Storia del Metodo Scientifico in Medicina

Mercoledì 20 ottobre, alle ore 11:00, sarà presentato Mudimed, il primo Museo Digitale della Storia del Metodo Scientifico in Medicina: un’iniziativa di valorizzazione della cultura scientifica promossa da NovartisItalia e dal Ministero della Cultura, con la partecipazione del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca.

Mudimed è un percorso museale inedito, interamente digitale, in cui la storia della medicina e del metodo scientifico incontrano l’arte, per avvicinare i cittadini, e in particolare i più giovani, ai contenuti e al linguaggio della scienza.

Il progetto è stato realizzato con il supporto tecnologico di Google Arts&Culture e grazie alla collaborazione con alcune tra le più prestigiose istituzioni museali e bibliotecarie italiane che hanno messo a disposizione di questo nuovo spazio espositivo le loro principali opere in formato digitale.

Un progetto per diffondere la ScienceLiteracy in modo sempre più coinvolgente e innovativo.

Appuntamento mercoledì 20 ottobre, alle ore 11:00, in diretta streaming.

“La Salute in Movimento”, una lezione dalla crisi pandemica 

L’intervista rilasciata da Felicia Pelagalli, al quotidiano Il Foglio, sui risultati del progetto sociale “La salute in Movimento”: un progetto sociale nato per dare voce e corpo a nuove idee, volte a migliorare il sistema salute. Il progetto è stato ideato e pensato da Novartis Italia e da Culture, società che si occupa di cultura e innovazione fondata nel 2008 da Felicia Pelagalli, che racconta l’iniziativa. 

“Salute in Movimento”. Come nasce il progetto?

Siamo partiti dall’insegnamento dato dalla crisi pandemica, che ha svelato due aspetti fondamentali: il primo è che la salute è un concetto ampio, che non include solo la sanità come assenza di malattia, ma riguarda il benessere individuale e collettivo, è una dimensione centrale della nostra esistenza da cui dipende la nostra felicità, la nostra vita sociale e quella economica; il secondo è che siamo tutti interconnessi, quindi il benessere dell’”io” deve andare di pari passo con quello del “noi”. Da queste due direttrici è nato, per comune iniziativa di Culture e Novartis Italia, “La salute in Movimento”, un progetto sociale che nel nome ha il suo intento: Movimento come muovere, cambiare, il sistema salute e Movimento come aggregazione di persone, istituzioni, associazioni, imprese, università. Un “noi” che spinge il cambiamento.

Come ogni “MOVIMENTO”, anche questo ha il suo Manifesto. 

Si, abbiamo elaborato un Manifesto, il “Manifesto per la Salute del XXI secolo” che si compone di sei principi, i sei driver di cambiamento del Sistema: Visione, per un salute globale che non lasci nessuno indietro, Governance, per ridisegnare il sistema, Competenza, poiché è necessario sviluppare cultura e competenze tecnologiche, Intelligenza, umana e artificiale, Umanità, per ricostruire fiducia nel futuro guardando ai più fragili e, infine, Relazione, ovvero superare la logica individuale e porre al centro le relazioni. Questo Manifesto, ideato in collaborazione con l’Università Humanitas, il Politecnico di Milano, l’Università di Napoli Federico II ed altri, ad oggi è stato firmato da oltre 200 persone, tra cui esperti, scienziati, imprenditori. Insomma, un riscontro di sottoscrizioni e adesioni molto ampio. 

Qual è l’obiettivo del progetto?

Non volevamo fermarci a una semplice dichiarazione di valori e di intenti, ma trasformare i principi in azioni concrete. Per questo, abbiamo organizzato un’Agorà di due giorni, condotta in collaborazione con la Rappresentanza della Commissione Europea in Italia, in cui i sei principi del Manifesto sono diventati sei Tavoli di lavoro, con più di 70 esperti coinvolti. Sono stati realizzati sei progetti portati poi all’attenzione delle istituzioni presenti, in vista del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, i cui fondi potrebbero essere utilizzati anche per finanziarli. L’obiettivo, quindi, è quello di trovare soluzioni, non parlare solo delle cose che non funzionano, ma ideare e presentare proposte alle istituzioni per provare a cambiare le cose. 

Perché questa voglia di cambiamento?

La voglia di cambiare nasce quando le cose non funzionano. La pandemia ha dimostrato che l’attuale sistema sanitario, così come pensato e costruito in ottica ospedalocentrica, non funziona, lo abbiamo visto. Sono stati fatti errori che hanno portato il sistema sanitario ad essere così impreparato. L’errore principale, a mio avviso, è stato innanzitutto nella separazione, perché la medicina per lunghi anni ha vissuto di specializzazioni, abbiamo segmentato un intero che è l’essere umano, l’uomo. Poi, dal punto di vista delle risorse umane, sono stati fatti troppi tagli in passato, soprattutto nelle strutture territoriali, concentrando tutto su pochi ospedali. Infine, mancano le competenze sulle nuove tecnologie, fondamentali per guardare al futuro, non possiamo guardare alla salute solo quando ci ammaliamo, è troppo tardi. 

Quali, dunque, le proposte di “Salute in Movimento”?

Durante l’Agorà sono stati ideati nuovi progetti. Ad esempio, uno di essi vuole migliorare la rappresentazione pubblica di Scienza e raccontarla con un format innovativo, che spazia dalla serie TV al videogame; un altro si concentra sulla formazione, attraverso l’istituzione di una Academy per formare le nuove competenze dei professionisti della salute. Quello che mi sta a cuore personalmente riguarda l’Intelligenza Artificiale: abbiamo immaginato un’architettura per far diventare il sistema sanitario un ecosistema data-driven, con un flusso di raccolta dati capillare, mediante data stewards presenti in ogni struttura sanitaria, insieme a due, o tre centri di competenza per l’analisi centralizzata dei dati, con data scientists che elaborano strategie e sistemi di intelligenza artificiale. I dati che abbiamo visto nella pandemia sono stati prevalentemente numeri, ma il dato come informazione è ben altra cosa. Ci vorrà del tempo per creare la cultura dei dati, fondamentale per creare una visione nel lungo periodo.

Caterina Somma

Intervista pubblicata il 3 settembre 2021 nell’inserto Il Foglio Salute, del quotidiano ©IlFoglio

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La scienza è trasparenza e cultura diffusa

La scienza è sperimentazione continua. È approfondimento, confronto, consenso scientifico, definizione di conoscenza, verifica e costruzione di nuove ipotesi. È porsi domande. È dialogare e accettare la sfida della complessità.

Il grande fisico Richard Feynman fu anche eccellente didatta e autore di un famoso metodo di studio. Il primo punto del suo metodo è ripetere ciò che si è imparato come se si stesse insegnando a un bambino. Per quanto sia complicato l’argomento, la prova di aver appreso ciò che si sta studiando è riuscire a spiegarlo usando concetti semplici che tutti possano capire.

Il trucco semplice e geniale di Feyman rivela il legame profondo che c’è tra la dimensione privata e sociale della conoscenza. Questo nesso è particolarmente delicato quando si tratta di scienza, in quanto il sapere e i linguaggi degli scienziati sono sempre più lontani dalle competenze del cittadino comune, e al contempo hanno un’influenza sempre più notevole sulla loro vita.

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Perché è fondamentale innovare la salute

Un piano per dare impulso alla trasformazione dell’ecosistema salute, aggregando persone, istituzioni, associazioni, imprese, intorno a un progetto comune. È con questo intento che è nata  La salute in movimento, con il suo Manifesto per la salute del XXI secolo, ed è con questa aspettativa che guardiamo al Piano nazionale di ripresa e resilienza, che nei prossimi giorni sarà consegnato all’Europa. Ma una domanda rimane implicita: questa volta riusciremo a innovare (rendere nuovo) il sistema salute? Non so. Sono ancora molti i segnali di resistenza al cambiamento.
Tra tutti i sistemi (quello delle imprese, quello della pubblica amministrazione, quello della scuola) la sanità rappresenta il sistema più solidamente fermo. Sarà perché si occupa di questioni fondamentali, la vita delle persone; sarà perché si basa su un forte sapere medico e un consolidato metodo scientifico; sarà perché ruota intorno a una relazione medico-paziente con chiari ruoli istituiti (il medico che si prende cura del paziente bisognoso).

Intelligenza artificiale e diritti, il regolamento Ue primo passo (ma non basta)

La proposta di Regolamento europeo per l’intelligenza artificiale pubblicata il 21 aprile può essere considerata sicuramente un primo tentativo di fare ordine nella materia, ma sono tanti gli aspetti che necessitano di correzioni o maggiori approfondimenti. Soprattutto sul delicato terreno del rapporto tra i benefici che può portare e il rischio di discriminazioni, l’uso dei dati biometrici o la tutela dei lavoratori. E’ quanto è emerso in un dibattito promosso dal deputato Alessandro Fusacchia e dall’Intergruppo parlamentare su A.I.
La proposta di regolamento riuscirà a tutelare i diritti fondamentali? E’ questa la domanda che Felicia Pelagalli ha posto ai protagonisti del panel moderato per Fortune Italia e che ha visto confrontarsi sia esperti che parlamentari.

Nasce il Manifesto del progetto sociale
La Salute in Movimento

Per creare una salute nuova e globale bisogna partire dall’interazione tra le persone

Nasce il Manifesto di La Salute in Movimento, una mappa da cui partire per creare un dialogo che porti alla realizzazione di progettualità concrete e inclusive di tutte le persone che abitano la nostra società. A questo scopo qualunque cittadino, professionista, istituzione o associazione è chiamato a partecipare attivamente alla consultazione aperta, proponendo idee e suggerimenti per ridisegnare il concetto di salute a partire dai bisogni delle persone, e far propri gli ideali del Manifesto.

La Salute in Movimento è un progetto sociale che vuole dar voce alla cittadinanza e alle sue esigenze per costruire insieme un futuro migliore. Fino al 31 gennaio sarà possibile aderire al Manifesto e inviare i propri contributi sul sito o tramite mail, diventando così promotori attivi di questo cammino di innovazione.

Il progetto La Salute in Movimento, promosso da Novartis Italia e Culture, nasce con lo scopo di avviare un dialogo per ridefinire il concetto di salute più inclusiva e partecipativa. La prima tappa di questo viaggio è stata costituita dagli Health Talk, una serie di incontri incentrati sui sei temi chiave per guidare la trasformazione dal concetto di Sanità a quello di Salute, intesa non solo come mancanza di malattia ma come benessere complessivo dell’essere umano.

Le figure di primo piano del dibattito pubblico coinvolte durante i Talk hanno aiutato a esplorare i sei driver da cui ripartire nel percorso di co-costruzione di un nuovo cammino dell’umanità: visione, governance, competenza, intelligenza, umanità e relazione. 

La salute in movimento su Wired

Come progettare una nuova salute, umana e globale? Insieme. Questo è stato il punto di partenza dell’iniziativa La Salute in Movimento. Un progetto promosso congiuntamente da Novartis Italia e Culture

La salute in Movimento dà il suo contributo alla strategia nazionale sull’Intelligenza Artificiale, rispondendo alla consultazione del MISE.

Salute e Innovazione si incontrano all’insegna di fiducia e relazione per obiettivi e iniziative su governance di dati, algoritmi, competenze.

Venti i firmatari. Un lavoro comune tra società civile, parlamentari, associazioni, università, operatori della sanità, imprese, nel contribuire alla riflessione sull’innovazione dell’IA e il futuro della salute.

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