Nel corso del 2025, il valore di un kg di rame vecchio si conferma tra le materie prime più monitorate dagli investitori, dagli operatori industriali e perfino dai privati. Si tratta di una quotazione tutt’altro che banale, condizionata da molteplici fattori, dalla domanda globale all’innovazione tecnologica, dagli equilibri geopolitici alle pratiche di riciclo. Ma quanto vale realmente un chilo di rame di recupero oggi, nel contesto italiano? La risposta sorprende chi pensa al rame semplicemente come a un “metallo di scarto”: il prezzo può raggiungere cifre significative, soprattutto in considerazione della sua crescente importanza strategica.
Come si determina il prezzo del rame usato
Il valore del rame usato è il risultato di una complessa interazione tra la quotazione internazionale del rame nuovo e una serie di variabili locali come la qualità del metallo, la sua purezza, la facilità di recupero e il grado di ossidazione e contaminazione. A determinare il prezzo finale sono principalmente:
- Purezza: un rame privo di rivestimenti, isolanti o residui (detto “nudo”) ha una quotazione superiore rispetto al rame misto o sporco. Il rame “rossiccio” senza ossidazioni o guaine può superare la soglia dei 4 euro al kg, mentre quello contaminato scende spesso fino a valori prossimi all’euro, o anche meno.
La purezza del rame è una variabile fondamentale nella valutazione di qualsiasi rottame. - Stato di conservazione: un metallo ossidato o deteriorato subisce una forte decurtazione di valore, arrivando a quotazioni minime intorno a 50 centesimi al kg nelle condizioni peggiori.
- Mercato locale: le fluttuazioni della domanda, i costi di trasporto e le politiche ambientali incidono sull’offerta, con differenze anche sostanziali tra provincia e provincia.
- Costi di raccolta e lavorazione: il prezzo del rame di recupero tiene conto della spesa necessaria per estrarlo dai materiali di scarto, pulirlo, trasportarlo e reimmetterlo nel circuito produttivo.
Nel 2025, le quotazioni per il rame di prima categoria (ad esempio cavi elettrici spelati o barre pulite) si sono mantenute in media tra i 4 e i 5 euro al kg. Nel caso di un rame puro e in ottime condizioni, il valore può avvicinarsi addirittura agli 8 euro al kg, ma si tratta di casi di nicchia, spesso più vicini alle quotazioni del rame industriale nuovo che a quelle del materiale di recupero. Se invece il rame presenta impurità, guaine isolate o tracce di verderame, il prezzo scende a 2-3 euro al kg.
Tendenze dei prezzi: le oscillazioni nel 2025
Nel 2025 il prezzo del rame è stato caratterizzato da una significativa volatilità. In luglio si è registrato il massimo storico, con valori a circa 5,94 dollari/libbra, mentre a metà novembre si è stabilizzato attorno ai 5,04 dollari/libbra, equivalente a una fascia tra 9 e 10 euro al kg per il rame nuovo quotato alle borse internazionali. Il rame usato, invece, ha mantenuto un intervallo di prezzo stabile o in lieve crescita, oscillando tra 4 e 5 euro al kg per il materiale di qualità superiore e scendendo fino a 1 euro al kg per il metallo di basso pregio o fortemente contaminato.
Queste oscillazioni sono il risultato di vari fattori interconnessi:
- L’aumento della domanda globale, trainata da settori come le energie rinnovabili e la transizione elettrica, ha generato picchi di prezzo importanti. Secondo alcuni analisti, il prezzo medio della tonnellata di rame nel 2025 si aggira tra 9.000 e 10.160 dollari.
- Il mercato del riciclo si è rafforzato, con una crescente attenzione verso la sostenibilità e la riduzione degli sprechi. Questo ha portato a una domanda costante per il rame di recupero, contribuendo a stabilizzare le quotazioni ai livelli attuali.
- Le tensioni geopolitiche e i cambiamenti della supply chain hanno prodotto fasi di surplus e deficit, incidendo indirettamente anche sul prezzo del rame vecchio destinato alla rifusione o al riutilizzo industriale.
In sintesi, i rottami di rame offrono una liquidità quasi inaspettata, restando uno dei pochi materiali da recupero capaci di garantire un ritorno economico interessante anche sui piccoli quantitativi. Nei circuiti illegali, la domanda di rame di recupero è così forte che i furti del metallo, soprattutto presso impianti elettrici in disuso, sono aumentati notevolmente negli ultimi anni.
Come vendere e acquistare rame di recupero nel 2025
Chi intende vendere rame vecchio può rivolgersi a rottamatori, grossisti o reti di riciclo specializzate, dove il prezzo viene fissato sulla base della borsa internazionale, scalando una percentuale variabile a seconda della qualità. Per ottenere il massimo profitto, i consigli degli esperti convergono su queste regole essenziali:
- Separare il rame pulito da quello sporco: cavi spelati, tubi privi di isolanti e residui metallici ben conservati spuntano valutazioni superiori.
- Conoscere le quotazioni aggiornate: anche piccole variazioni di prezzo possono generare differenze rilevanti su quantitativi superiori ai 100 kg.
- Verificare la reputazione dell’acquirente: i commercianti autorizzati offrono garanzie di pagamento e trasparenza nelle contrattazioni, mentre il mercato sommerso comporta rischi legali elevati.
- Puntare sulla quantità: i rottamatori applicano generalmente sconti su grandi volumi, abbassando il margine su piccoli lotti.
Le aziende di riciclo propongono generalmente una fascia di prezzo per il rame di prima scelta che nel novembre 2025 oscilla tra 4,10 e 6,95 euro al kg, mentre per il rame misto o sporco si scende fino a 1,72 euro al kg o poco più. Il prezzo di rottiami di rame aggiornato al 16 novembre 2025 registrava una quotazione di circa 7.110 euro per tonnellata, ovvero 7,11 euro al kg per i rottami di buona qualità.
Vendere rame usato non è solo una questione economica: si inserisce in un ciclo virtuoso di sostenibilità ambientale, che riduce lo sfruttamento delle risorse naturali primarie e limita l’emissione di gas serra. La raccolta differenziata dei metalli è oggi incentivata anche dai comuni, con campagne dedicate al riciclo dei materiali industriali e domestici.
Previsioni 2026 e rischi del mercato
Guardando al futuro, gli analisti prevedono che la domanda mondiale di rame continuerà a crescere, spinta dalla transizione energetica e dall’espansione delle infrastrutture per l’IA e le energie rinnovabili. Tuttavia, il mercato rimane soggetto a forti oscillazioni e il valore del rame vecchio potrebbe variare sensibilmente anche solo nel corso di pochi mesi. Si prospetta un surplus di produzione di circa 200.000 tonnellate nel 2025, che potrebbe portare a una stabilizzazione o addirittura a una leggera riduzione dei prezzi nei primi mesi del 2026.
Il rischio maggiore resta legato alle fluttuazioni del dollaro, alla variabilità degli accordi commerciali tra i principali produttori e alle possibili restrizioni ambientali imposte dai governi. In definitiva, il rame di recupero resterà una risorsa preziosa, ma il suo valore sarà sempre legato all’equilibrio tra domanda, offerta e qualità del materiale trattato.
Per chi dispone di quantitativi di rame vecchio, il consiglio è di seguire da vicino le quotazioni giornaliere e cogliere il momento migliore per vendere. Nel 2025, una piccola quantità di rame ben selezionato può rappresentare un guadagno interessante, confermando il ruolo di questo metallo come “oro rosso” della nuova economia circolare.








